sabato 26 gennaio 2008

IL BUSINESS DELL'AMORE NEL PAESINO A LUCI ROSSE

OCCHIOBELLO (ROVIGO) - L'albanese all'ingresso è alto due metri, ha una faccia da "Ti spiezzo in due" ma la voce è gentile. "Signore, per entrare deve fare tessera. Dieci euro per ingresso e prima consumazione, poi 15 euro ogni venti minuti con ragazze. Mi dà documento, per favore?". Anche l'Area Uno era un capannone industriale, un tempo. Adesso è un "circolo privato", un night, un posto da appuntamenti, un locale dove i "ragazzi" di venti o sessant'anni credono di andare a morose perché appena entri ci sono ragazze con scollatura alla godi o popolo e mini minigonne, che sorridono felici e dicono "che bello, Mario, sei tornato". Divanetti nascosti da piante finte, luci basse, un dj di 70 anni che mette cd con musiche che dovrebbero ricordare i night club di Via Veneto o il Lady Godiva del Grand hotel di Rimini. "Ma perché tu resti solo? Non offri da bere a me, così insieme parliamo?". Marja ha vent'anni, arriva dalla Romania. Alla ragazza puoi offrire anche un'acqua minerale o un succo di arancia, quello comprato a 0,80 al litro al discount, tanto sono sempre 15 euro. "No, qui non c'è spettacolo. Ma vedi come noi ragazze siamo belle? Noi siamo già uno spettacolo". Sembra di essere in treno, nell'ex capannone dell'Area Uno. Ogni venti minuti passa il barista-controllore, con quella pinza di metallo stile Fs, e fa un buco nella tesserina che era stata consegnata all'ingresso. In meno di un'ora, tre buchi sulla tessera: la prima consumazione solitaria, due in compagnia. Quaranta euro. Nessuno scontrino. Questo è un "circolo privato", aderente al "Cnsf Cartur, ente nazionale con finalità assistenziale". "Se vuoi - spiega l'albanese di due metri - tu puoi stare qui tutta sera con solo la prima consumazione. Che tristezza... Tutto da solo a guardare gli altri in bella compagnia". Occhiobello è uno strano paese. C'è il centro, con la piazza Matteotti attaccata all'argine sinistro del Po, e una frazione che ha il nome di Santa Maria Maddalena che è diventata cinque o sei volte più grande del capoluogo. Qui comincia il Nordest, con i centri commerciali, le fabbriche, i venditori di auto e Suv, i supermercati, i vivai, gli spacci di salama da sugo e "pinzin", lo gnocco fritto. Un unico stradone affiancato da zone industriali che ha un primato nazionale: la più alta concentrazione di locali a luci rosse. Per 11.198 abitanti ci sono cinque night (Area Uno, Extra club, Incontro, Ovo sodo e Solo lei) e due locali per "scambisti", il Magic Moon e l'Elisir.
Insomma, una "piena" di ragazze arrivate da Romania, Russia, Ungheria, Bulgaria, Moldava, dopo quella che - c'è una lapide sul municipio - il 14 novembre 1951 "devastò il Polesine con impeto senza precedenti". Il bello è che, in paese, tutti fanno finta di nulla. "I locali a luci rosse? Non faccio dichiarazioni", mette le mani avanti il sindaco, Gigliola Natali, a capo di una giunta di centro sinistra. "Ma perché non parlate della nostra scuola di teatro, forse l'unica in tutto il Veneto? Perché non scrivete che i 300 posti del teatro comunale sono sempre pieni, e che la stagione sarà chiusa da Arnoldo Foà?".¨ Davanti all'ufficio del sindaco c'è un manifesto che invita a sabotare il turismo sessuale in Brasile. "Insomma, la gente di Occhiobello si alza presto al mattino per andare a lavorare e la sera sta in famiglia. In tanti non sanno nemmeno che questi locali esistono. Noi siamo un paese di confine, fra il Veneto e l'Emilia. I clienti escono dal casello autostradale, vanno nei posti che già conoscono...". Certo, se le 70 ragazze che i carabinieri nei giorni scorsi hanno trovato al lavoro nei night del paese - assieme a 159 clienti - fossero in strada, con i falò e tutto in bella vista, ci sarebbero i comitati, le proteste... "Non faccio dichiarazioni", ripete il sindaco. Eppure, l'operazione "Luci rosse" dei carabinieri era stata accolta con un applauso, al convegno di Rovigo che celebrava la "giornata internazionale contro la violenza sulle donne". "Io ho spiegato - dice il colonnello Luigi Lastella, comandante provinciale - che a Rovigo e provincia non si trovano prostitute in strada perché è nata quella "prostituzione invisibile" che è consumata in appartamenti, night club e alberghi. Ma basta cercare davvero, per togliere il velo. Una notte ho mandato 150 carabinieri, tutti alla stessa ora, nei 23 locali a luci rosse del rodigino (forse c'è la più alta concentrazione italiana) e abbiamo trovato, Occhiobello compreso, 248 ragazze e 479 clienti. Erano sorpresi, i proprietari e i gestori. Dicevano: questo è un circolo privato. Abbiamo identificato e interrogato tutti, scoprendo cose interessanti. Le entraîneuse risultano "socie" dei club, così come soci sono i clienti. Insomma, libere cittadine al servizio di liberi cittadini. Per questi circoli cosiddetti privati c'è un vuoto di legge ma noi pensiamo che anche oggi si possa fare qualcosa. Circolano molti soldi, le "socie" sono dipendenti in nero, c'è vendita di alcolici e nessuno paga tasse e contributi. È per questo che abbiamo chiesto l'intervento dell'ufficio del lavoro e dell'agenzia delle entrate, e abbiamo già i primi risultati". I conti sono stati fatti, per ora, solo per 5 club dei 23 e già sono state elevate contravvenzioni per 190.334 euro. "Abbiamo notizia che dopo il nostro blitz quasi 200 di queste ragazze hanno chiesto il libretto di lavoro per mettersi in regola. Questo dimostra che i gestori ammettono di avere dipendenti e dunque un'attività commerciale. E allora sono necessarie le licenze, i contributi per i lavoratori, i bilanci... Bisogna recuperare anche gli anni di evasione. Credo che se in tutta Italia si svolgessero operazioni come questa, lo Stato incasserebbe un bel gruzzolo". Non tutte, ma molte - spiega il colonnello Lastella - sono anche prostitute. "C'è chi prende un appuntamento per quando il lavoro al club è finito, c'è invece chi si porta via la ragazza già a inizio serata, rimborsando il locale del mancato introito. Ogni ragazza rende almeno 50 euro all'ora, e per una serata "esclusiva" il cliente paga dai 250 ai 350 euro solo al padrone del night. Poi ci sono la cena, l'eventuale albergo e il costo del rapporto sessuale". Si vedono solo di notte, le luci dell'eros. Spenti i neon delle industrie e dei supermercati, appaiono insegne e lanterne rosse. L'Incontro, primo locale aperto a Occhiobello dieci anni fa, è in un'ex falegnameria. "C'è troppa concorrenza", si lamentano i titolari, Nicoletta e Leonardo. "Ora non si vedono più signori in giacca e cravatta ma gente, giovani o anziani, che arrivano qui come se andassero al bar. C'è anche chi si addormenta durante lo spogliarello. Stanno tutti attenti ai soldi". Cinque euro per la tessera annuale (qui fanno parte della Federazione nazionale liberi circoli), dieci per la prima consumazione. Altri 10 euro ogni quarto d'ora, per la compagnia delle ragazze. "Le nostre ragazze - assicurano i titolari - con i clienti fanno solo chiacchiere. E hanno il contratto di "figuranti di sala". Cosa facciano poi, le nostre cinnazze, dopo la chiusura, non è affare nostro. Stasera ci sono due italiane, due russe e una ungherese e sono adulte e vaccinate. Quando c'era solo il nostro locale potevamo permetterci la musica dal vivo. E c'erano clienti che si innamoravamo, venivano qui tutte le sere a trovare la loro "morosa" e alla fine se la sposavano pure". "Nei fine settimana - dice J., ventenne italiana - faccio lo spettacolo porno. Le altre sere? Mi faccio offrire da bere dai clienti. E dopo... Vuoi il numero di cellulare?". Lanterne accese fino alle 4 o alle 5 del mattino. Marja la romena è ancora in attesa all'Area Uno. "Quasi tutti i clienti qui vogliono un appuntamento per dopo. Altre ragazze accettano, io no. Ho lavorato anche come barista. Mi hanno tenuto tre settimane in prova, non pagata. Dopo un giorno sapevo fare tutto ma alla fine mi hanno mandato a casa. Anche qui è dura. Nelle serate fiacche, quando nessun cliente mi offre da bere, non mi danno un euro. È giusto, no? Chi non lavora non mangia. Lo dite anche in Italia?". (25 gennaio 2008)

giovedì 24 gennaio 2008

ANINALI INNAMORATI...UNA PASSIONE BESTIALE!!!



Il mondo animale continua ad affascinare il cinema francese. Ma ci sono delle novità: il regista Laurent Charbonnier, autore di numerosi documentari trasmessi nelle TV di tutta Europa, nel suo recente "Les animaux amoureaux", non ci mostra più la ormai noiosa e ripetitiva scena di monta tra animali, ma racconta come gli stessi si preparano all'amore, come si mettono in mostra con richiami sonori, si scelgono, si corteggiano e, dopo l'accoppiamento, spesso si coccolano. Pare che sia straordinaria la preparazione dell'uccello del paradiso, ripreso in Papuasia, mentre allarga le penne formando una gonnellina e poi danza come una bayadera. Umanissimi i baci tra gli orangotan e di grande sensualità lo strusciare di collo delle giraffe. Insomma, sono finiti i tempi dove si vedeva un intero gruppo di canguri eccitati prendere tutti, e quasi contemporaneamente, la stessa femmina. E noi maschi umani, come ci comportiamo?

mercoledì 23 gennaio 2008

E' SCOPPIATA A LONDRA LA GUERRA DELLE...MUTANDE

Gli uomini britannici perdono le mutande e lo dice uno di loro, e non uno quasiasi, ma Jeremy Paxman, conduttore di "Newsnight", il più celebre programma di informazione televisiva della BBC, temuto dai primi ministri e famiglia reale per le sue domande a bruciapelo, considerato uno dei giornalisti più autorevoli del regno.
Ma ora è preoccupato e a disagio perchè le mutande che ha sempre acquistato, quelle vendute nei grandi magazzini Marks & Spencer, non stanno più su: "Mi sono accordo che non danno più adeguato sostegno a ciò che nascondono", ha scritto Paxman in una mail a Stuart Rose, amministatore delegato dei magazzini. E ha proseguito: "Ne ho parlato con amici e conoscenti e ho scoperto che hanno lo stesso problema. Gli uomini britannici sono gravemente in ansia e la prego di fare qualcosa per aiutarci".
La questione è stata presa con la massima serietà dal portavoce dei grandi magazzini e, pur segnalando che la qualità delle mutande è addirittura aumentata e che le lamentele dei consumatori sono scese ai minimi storici, ha fatto sapere che incontrerà molto volentieri Paxman per discutere della cosa.
Risultato: da due giorni tutto il paese parla di mutande, in tv, sui giornali, nei pab e i tabloid scandalistici ne approfittano per pubblicare foto fi uomini in mutande di varia foggia, slip o boxer, aderenti o sportivi, bianche o a pois, chiedendo ai lettori di pronunciarsi su quale modello sorregga meglio quello che c'è dentro.
Si, in Gran Bretania succede proprio di tutto!!!
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NB - fonte "La Repubblica" - da un articolo di Enrico Franceschini

sabato 5 gennaio 2008

ANAIS NIN

IL DELTA DI VENERE
"PIERRE"


Sdraiato sul letto, Pierre si ricordò di una donna di cinquant'anni, un' amica di sua madre, che aveva conosciuto quando lui ne aveva solo diciassette. Era eccentrica e ostinata e continuava a vestirsi secondo la moda di dieci anni prima, vale a dire indossando un numero imprecisato di sottovesti, bustini stretti, mutandoni lunghi tutti pizzi, e vestiti con la gonna arricciata e ampie scollature nelle quali Pierre poteva intravedere l'avvallamento tra i seni, una linea scura e indistinta che svaniva tra pizzi e trine.

Era una bella donna, con una folta capigliatura rossa e una delicata peluria sulla pelle. Le orecchie erano piccole e delicate, le mani paffute. La bocca era particolarmente attraente: naturalmente rossa, piena e grande, con piccoli denti regolari, che metteva sempre in mostra, pronti a mordere qualcosa.
Una volta venne a trovare sua madre in una giornata molto piovosa, mentre i servitori erano fuori. Scrollò l'ombrellino delicato, si tolse l'ampio cappello, e sciolse il velo. Mentre se ne stava ancora in piedi, col vestito nero tutto zuppo, incominciò a starnutire. La madre di Pierre era a letto con l'influenza, e gridò all'amica dalla camera: "Cara, togliti pure i vestiti se sono bagnati, e Pierre te li farà asciugare davanti al fuoco. C'è un paravento in salotto. Ti puoi svestire lì e Pierre ti darà uno dei miei kimono.

Pierre si diede da fare di buona lena. Prese uno dei kimono della madre e aprì il paravento. Nel caminetto in salotto scoppiettava un bel fuoco. La stanza era calda e profumava di narcisi, che riempivano ogni vaso, di legna da ardere e del profumo di sandalo dell'ospite. Da dietro il paravento la donna porse il vestito a Pierre. Era ancora bagnato e aveva il profumo del suo corpo. Pierre lo tenne fra le braccia e lo annusò, inebriato, prima di deporlo su una sedia tavanti al fuoco. Poi la donna gli porse una sottogonna grande e ricca, con l'orlo fradicio e sporco di fango. Pierre l'annusò con piacere prima di mettere anche questa davanti al fuoco.

Nel frattempo la donna parlava e sorrideva, rideva senza preoccupazione, inconsapevole dell'eccitazione del ragazzo. Gli lanciò un'altra sottoveste, più leggera, calda e muschiosa. Poi, con una risatina timida, gli gettò le sue mutande lunghe, orlate di pizzo. Improvvisamente Pierre si rese conto che non erano bagnate, e che gliele aveva tirate solo perchè lo voleva e che ora la donna era quasi nuda dietro il paravento e sapeva che lui era consapevole del suo corpo.
Quando lei lo guardò da sopra il paravento, Pierre vide le sue spalle rotonde e piene, morbide e lucide, come cuscini. La donna rise e gli gridò:"Dammi i kimono adesso." - "Non sono bagnate le sue calze?" le chiese Pierre. - "Si, eccome. Me le sto togliendo", e si piegò. Pierre l'immaginò mentre si slacciava le giarrettiere e arrotolava le calze. Si chiese com'erano le sue gambe e i suoi piedi. Non riuscì più a trattenersi e diede un colpo al paravento. Lo schermo cadde davanti alla donna e la rivelò nella posa che Pierre si era aspettato. Era piegata e stava arrotolando le calze nere. Tutto il suo corpo aveva il colore dorato e l'incarnato delicato del suo viso. La vita era lunga, i seni grandi, ma sodi.
La donna non si lasciò turbare dalla caduta del paraventi. Disse: "Guarda cos'ho combinato togliendomi le calze. Passami il kimono." Pierre si avvicinò, guardandola, la prima donna nuda che avesse mai visto, tanto simile ai quadri che aveva esaminato al museo. Lei sorrise. Poi si coprì come se niente fosse e si avvicinò al fuoco, allungando le mani verso la fonte di calore. Pierre era del tutto snervato. Il suo corpo bruciava e tuttavia non sapeva bene cosa fare.

La donna non badava troppo a stringersi il kimono addosso, occupata com'era a scaldarsi. Pierre sedette ai suoi piedi e la guardò sorridente, a viso aperto. Gli occhi di lei sembravano invitarlo. Egli le si avvicinò, sempre in ginocchio. Improvvisamente lei si aprì il kimono, gli prese la testa fra le mani e gliela appoggiò al pube perchè potesse toccarlo con la bocca. I riccioli del pelo pubico toccarono le labbra di Pierre facendolo impazzire. In quel preciso momento la voce di sua madre chiamò dalla lontana camera da letto: "Pierre, Pierre!" (segue)

LA PASSERA

E I PASSEROTTI AL ... NIDO

giovedì 3 gennaio 2008

LA PROPOSCIDE

CREDO CHE L'ELEFANTE NE FACCIA UN USO BEN DIVERSO!!!

mercoledì 2 gennaio 2008